(Teleborsa) -
Inizieranno lunedì 3 febbraio i rimpatri degli italiani in Cina, bloccati dallo scoppio dell'epidemia di Coronavirus. Sono già iniziate presso l'aeroporto militare
Pratica di Mare, alle porte di
Roma, le operazioni dell'
Aeronautica militare propedeutiche al
rientro dei 67 italiani isolati nella provincia di Wuhan, in Cina, dove è scoppiato il contagio.
L'operazione si propone di riportare in Italia, non solo gli italiani presenti a Whan, ma
anche i connazionali presenti in altre province cinesi, in un tour che farà
più tappe, seguendo
rigidissimi protocolli di sicurezza. L'arrivo degli italiani in Italia è previsto appunto per domani, 3 febbraio, e saranno tutti sottoposti ai controlli di rito, sebbene fra di essi non vi siano contagiati né ipotesi di sospetto contagio.
Il
piano del governo per fronteggiare l'emergenza prevede un
ponte aereo per riportare in Cina i turisti cinesi bloccati in Italia a causa dello stop al traffico aereo da e per la Cina, e di ritorno, il rimpatrio degli italiani in fuga dal Paese asiatico. Fra i capisaldi del piano d'emergenza sono previsti
controlli severi in tutti gli aeroporti ed anche nei porti, dove il personale medico sarà autorizzato a salire a bordo delle navi per effettuare i test di routine. Nel frattempo, sono
sospesi i visti di ingresso in Italia dalla Cina, sebbene il commissario Borrelli abbia
escluso la chiusura delle frontiere.
Restano
buone le condizioni dei due cinesi contagiati a Roma, ricoverati presso l'ospedale
Spallanzani, mentre si stanno effettuando test su 13 casi sospetti e 20 sono in osservazione.
In Cina cresce costantemente il bilancio dell'emergenza sanitaria, che ha ormai carattere internazionale: sono oltre
14.300 i contagiati dal Coronavirus e
304 i morti. Oltre a Whan, da cui si è propagato il virus, è pesante la situazione nella ricca provincia di
Hubei, dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 45 morti, ed in altre importante province cinesi.
Nelle Filippine il primo morto al di fuori del Paese asiatico. Le misure di sicurezza sono rigorosissime - strade bloccate e militari di guardia ai punti di accesso delle città - ma la diffusione del virus ed il numero dei contagiati sta facendo anche
scarseggiare il materiale medico necessario per fronteggiare l'emergenza.