(Teleborsa) - Nel
2018 il 12,4% dei genitori di bambini di 0-2 anni non iscritti al nido dichiara di non averlo fatto
perché i costi sono eccessivi". Lo afferma l'Istat in occasione di un'audizione sulla manovra nelle commissione Bilancio di Camera e Senato, sottolineando che
"in valori assoluti, complessivamente la mancata iscrizione al nido per motivi economici riguarderebbe circa 132 mila bambini di 0-2 anni, la maggior parte residente al
Nord (il 61,9% del totale Italia), mentre quelli residenti al
Centro o nel Mezzogiorno sono rispettivamente il
16,7% e il 21,5% del totale". Sulla base della rilevazione sulle spese delle
famiglie, prosegue l'Istituto, "il
carico medio annuo che deve sostenere una famiglia per il servizio di asilo nido era di circa
1.570 euro nel 2015, e sale a
1.996 euro del 2017". L'Istat fornisce anche un i
dentikit delle aziende che operano nel settore della plastica in Italia, oltre che delle multinazionali estere. Nel
2016 le imprese appartenenti al settore della
Fabbricazione di imballaggi in materie plastiche sono 1.540 (pari allo 0,4% delle imprese italiane manifatturiere). Si distribuiscono sul territorio in
1.780 unità locali, impiegano quasi 30 mila addetti, presentano un fatturato superiore a oltre
8 miliardi di euro e arrivano a produrre oltre
2 miliardi di euro di valore aggiunto ossia lo 0,28% del valore aggiunto nazionale.
Le
imprese a controllo estero che operano in Italia
sono pari a circa 15mila unità, impiegano il 7,9% degli addetti delle imprese industriali e dei servizi (oltre 1,3 milioni di occupati), contribuiscono al
15,5% del valore aggiunto (circa 120 miliardi di euro) e al 18,5% del fatturato. Le prime cinque regioni italiane per rilevanza dell`attività delle Multinazionali estere sono:
Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. In esse si concentra quasi il
70% degli addetti (68,5%) e circa i
tre quarti del valore aggiunto (76,0%) realizzato In Italia dalle imprese nazionali a controllo estero.
L'Istituto di statistica, sottolinea inoltre come nel complesso i
provvedimenti fiscali della manovra "generano un
lieve aumento del debito di imposta (+0,2%) accompagnato da una redistribuzione del carico fiscale a vantaggio delle imprese più piccole e meno strutturate, e dei settori delle costruzioni e dei servizi (a esclusione del commercio)".
Infine,
l'Istat rileva che le t
asse pagate dai lavoratori dipendenti sono circa 152 miliardi nel 2018 e lo sgravio previsto dalla manovra con il taglio del cuneo fiscale rappresenterebbe quindi l'
1,7% del totale delle imposte sul reddito delle persone fisiche.