(Teleborsa) - Una
corsa sempre più
disperata contro il tempo. Un
pasticcio. Uno
psicodramma. In questi mesi, tante le
definizioni usate per fare il punto sull'infinito divorzio tra
Londra e Bruxelles, nessuna delle quali
rende a pieno l'idea del labirinto nel quale si è
finiti. E quando mancano ormai pochi giorni alla data del Leave, fissata al
31 ottobre, ancora tanti
punti interrogativi e poche certezze. Sulla Brexit "
la situazione è piuttosto complessa dopo gli eventi dello scorso fine settimana, sto consultando i capi di Stato e deciderò nei prossimi giorni, tutto dipende da cosa deciderà il parlamento britannico", ha detto il Presidente del Consiglio europeo
Donald Tusk alla plenaria del Parlamento europeo. "
Noi dovremo essere pronti a qualsiasi scenario - ha aggiunto -, ma una cosa deve essere chiara:
non sarà mai una nostra decisione un recesso senza accordo".
Minuti contati per il
Premier Johnson dopo l'ennesimo stop arrivato ieri quando lo
speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, ha respinto la mozione del Governo per rimettere ai voti
lunedì 21 ottobre, l'accordo sulla Brexit raggiunto in extremis dal Premier Tory con Bruxelles
, rinviato sabato con
l'emendamento presentato da Oliver Letwin che ha fatto slittare la
"resa dei conti" fino all’approvazione di tutta la legislazione connessa (l’insieme di norme tecniche attuative che disciplineranno l’uscita).
Speranze, ormai,
al lumicino di far approvare entro
questa settimana le leggi attuative dell'uscita dall'UE e ripresentare il
Deal subito dopo in un contesto nuovo. Altrimenti
BoJo dovrà sventolare - suo malgrado - la bandiera bianca del
rinvio. O
uscita disordinata, senza dubbio lo
scenario più temuto.