(Teleborsa) - "
Terna ha come prima responsabilità quella di accompagnare questo processo di transizione mantenendo la continuità, la qualità del servizio elettrico e adeguati standard di sicurezza. Per fare questo occorre, da parte nostra, investire in reti che consentano di connettere le nuove risorse via via disponibili sotto il profilo degli investimenti rinnovabili o altre capacità. È importante, altresì, investire in stoccaggio di energia andando verso un modello caratterizzato da una presenza crescente di impianti solari e fotovoltaici". È quanto
afferma l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, Luigi Ferraris, intervistato da Teleborsa in occasione degli
Stati Generali della Transizione Energetica Italiana.
Nel corso della due giorni che si è aperta oggi, 16 ottobre, al Palazzo della Cancelleria di Roma, Snam e Terna, con la collaborazione di CDP, presentano i risultati di uno studio congiunto sugli scenari futuri del settore, propedeutico alla predisposizione dei piani decennali di sviluppo delle reti di trasmissione dell’energia elettrica e di trasporto del gas.
Nell'attuale processo di transizione energetica quali sono le principali sfide per Terna?Terna ha come prima responsabilità quella di accompagnare questo processo di transizione mantenendo la continuità, la qualità del servizio elettrico e adeguati standard di sicurezza. Per fare questo occorre, da parte nostra, investire in reti che consentano di connettere le nuove risorse via via disponibili sotto il profilo degli investimenti rinnovabili o altre capacità. È importante, altresì, investire in stoccaggio di energia quindi andando verso un modello caratterizzato da una presenza crescente di impianti solari e fotovoltaici. Un contesto in cui sarà fondamentale non disperdere nulla dell’energia non appena è disponibile e, dall’altra parte, sopperire alle carenze quando viene meno quella rinnovabile. Quindi per noi gli investimenti in pompaggi sono importanti così come lo sono gli investimenti in batterie. È, inoltre, importante investire in ricerca e sviluppo nell’idrogeno e in nuove frontiere che ci diano la possibilità di utilizzare al meglio tutte le risorse disponibili. Ciò significa reti, 6,2 miliardi di euro nei prossimi 5 anni per l’Italia. Investimenti in stoccaggio che non dipendono da noi ma di cui noi ci facciamo promotori per supportare questa transizione energetica. E, in ultima analisi, investimenti in innovazione e digitalizzazione perché stiamo andando verso un mondo caratterizzato da una maggiore complessità e diversità rispetto al passato del modello di funzionamento del nostro sistema energetico.
Parlando di infrastrutture strategiche assume un ruolo centrale la cyber security. Voi oggi avete firmato un protocollo con Snam. In cosa consiste?La Cyber security è fondamentale perché la gestione del dato caratterizzata da una rilevazione capillare di tutte queste nuove capacità di produzione che si affacciano – parliamo di milioni di punti dai quali si immetterà energia in rete – presuppone una misurazione, una gestione, uno stoccaggio ed elaborazioni di soluzioni di algoritmi che verranno gestiti in ambienti di carattere informatico quindi potenzialmente esposti ad attacchi cibernetici. Questo dobbiamo prevenirlo con un’attenta cooperazione con partner come Snam, che deve gestire tematiche analoghe, e anche con le istituzioni perché la prevenzione è estremamente importante.