(Teleborsa) -
Tensione alle stelle tra
Usa e Iran dopo
l'attacco con droni (rivendicato dai ribelli houti dello
Yemen) nella giornata di sabato 14 settembre, agli
stabilimenti petroliferi di
Abqaiq e Khurais, di proprietà della compagnia
Saudi Aramco, fra i più grandi del mondo, che hanno costretto
l’Arabia Saudita a fermare oltre
metà della sua produzione totale di petrolio. Riad ha annunciato che compenserà il taglio della produzione
, pari a 5,7 milioni di barili al giorno -più della metà, appunto, della sua produzione complessiva, e più del
cinque per cento della produzione globale - attingendo alle riserve strategiche, che in giugno ammontavano a
188 milioni di barili.
Gli Usa sono
"pronti e carichi" per reagire agli attacchi contro
Riad: ha twittato il
Presidente americano Donald Trump, precisando di attendere la
conferma sulle responsabilità e le valutazioni dell'Arabia Saudita. "Le forniture energetiche dell'Arabia Saudita sono state attaccate. C'è ragione di credere che conosciamo i colpevoli, siamo pronti e carichi in attesa della verifica, ma stiamo attendendo di sentire dal regno saudita chi ritiene sia la causa di questo attacco, e in base a quali condizioni procederemo", ha scritto il tycoon.
Rincara la dose
il Segretario di Stato americano Mike Pompeo secondo il quale
"non c'è alcuna prova siano arrivati dallo Yemen", che ha accusato direttamente l'Iran per questo
"attacco senza precedenti alle forniture energetiche mondiali".Accuse respinto dal ministro degli Esteri iraniano attraverso il portavoce Abbas Mussavi: “Queste accuse ed affermazioni inutili e cieche sono incomprensibili e prive di senso”.
In prossimità dell'avvio dei mercati in
Europa, schizza il
prezzo del greggio che raggiunge la
cifra record di 71 dollari al barile, con un aumento di
12 dollari, il più alto rialzo giornaliero da quando è iniziata
la quotazione dei future, nel
1988. In seguito
, il brent si è assestato sui 67,77 dollari in rialzo di
quasi il 13%.