(Teleborsa) -
Dopo cinque mesi consecutivi di crescita, a luglio l’occupazione è in lieve calo nel confronto mensile. In particolare,
diminuiscono, dopo quattro mesi di crescita,
i lavoratori dipendenti sia permanenti sia a termine, mentre aumentano gli indipendenti. Nell'ultimo mese si stima un aumento dei disoccupati e una flessione degli inattivi. Nel confronto trimestrale e tendenziale permangono la crescita dell'occupazione e il calo della disoccupazione già osservati nei mesi precedenti.
E' la fotografia scattata dall'
Istat sulla situazione del mercato del lavoro italiano. Dopo la crescita registrata nei primi mesi dell’anno - spiega l'Istituto di statistica - la stima degli occupati risulta in lieve calo rispetto al mese precedente; il tasso di occupazione passa al 59,1% (-0,1 punti percentuali).
L’occupazione risulta in leggera flessione per entrambe le componenti di genere: cala tra i 35-49enni (-45 mila) mentre aumenta nelle altre classi d’età. Dopo quattro mesi di crescita, si registra una diminuzione dei dipendenti, sia permanenti sia a termine (-46 mila nel complesso) tornano invece a crescere gli indipendenti (+29 mila) dopo il calo registrato a giugno.
Le persone in cerca di occupazione sono in aumento (+1,1%, pari a +28 mila unità nell’ultimo mese). La crescita riguarda entrambe le componenti di genere ed è distribuita in tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni.
Il tasso di disoccupazione sale al 9,9% (+0,1 punti percentuali).
La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a luglio è in calo (-0,2%, pari a -28 mila unità) per entrambe le componenti di genere. Il tasso di inattività è invariato al 34,2%.
Nel trimestre maggio-luglio 2019 l’occupazione è in crescita consistente rispetto ai tre mesi precedenti (+0,4%, pari a +101 mila unità), di maggiore intensità per gli uomini. Nello stesso periodo aumentano sia i dipendenti permanenti (+0,6%, +84 mila) sia quelli a termine (+0,6%, +18 mila) mentre risultano invariati gli indipendenti; per età si registrano segnali positivi tra i 15-24enni e gli ultracinquantenni, negativi tra i 35-49enni e di sostanziale stabilità tra i 25-34enni.