(Teleborsa) -
L'Argentina, sull'orlo di un nuovo crac finanziario, cerca di evitare il suo nono default sovrano chiedendo ai suoi creditori, incluso il Fondo Monetario Internazionale, più tempo per pagare i suo debiti, che ammontano a 101 miliardi di dollari. Mentre il Presidente Mauricio Macri invita alla calma e al dialogo con l'opposizione, il Peso è nuovamente crollato e i rendimenti obbligazionari sono aumentati in risposta alla proposta ristrutturazione del debito.
"Mancano 59 giorni alle elezioni.
Arrivare nel migliore dei modi è la mia responsabilità di presidente, ma non dipende mai da un solo governo ", ha dichiarato Macri in un discorso televisivo, respingendo implicitamente le voci che le elezioni potrebbero essere anticipate.
I mercati finanziari argentini erano
già precipitati sulla scia delle elezioni primarie per timore che un Governo guidato dal candidato peronista dell'opposizione Alberto Fernández avrebbe comportato un ritorno a deficit di bilancio elevati e messo a repentaglio il piano di salvataggio del FMI da
57 miliardi di dollari.
Nel caso dell'Argentina, è probabile - sottolinea il Financial Times - che anche
un riscadenzamento volontario avrebbe ripercussioni negative sugli obbligazionisti argentini e costituirebbe pertanto un default: il nono nella storia del paese e il terzo dall'inizio del millennio. L'Argentina prevede di ritardare 7 miliardi di dollari di pagamenti sul debito locale a breve termine dovuti quest'anno e cercherà una "riprofilatura volontaria" di 50 miliardi di debito a lungo termine - molti dei quali detenuti da investitori stranieri -
oltre a posticipare il rimborso di 44 miliardi di prestiti già erogati dall'FMI.