(Teleborsa) - Il
calo delle nascite, l'
invecchiamento della popolazione e la perdita di residenti in atto dal 2015 ha portato a un
calo demografico di dimensioni tali da poter avere
effetti sul sistema economico italiano.
È il dato che emerge dal capitolo dedicato alle tendenze demografiche nel
Rapporto annuale dell'Istat che sottolinea come
i fattori socio-demografici abbiano avuto un ruolo rilevante sull'andamento economico italiano dell'ultimo decennio.
Il rapporto evidenza infatti la tendenza del calo delle nascite e l'invecchiamento della popolazione. A livello mondiale - ricorda l'Istat -
l'Italia contende al Giappone il record di invecchiamento: 165 persone di 65 anni e più ogni 100 giovani con meno di 15 anni per l'Italia e 210 per il Giappone, al 1° gennaio 2017.
Le previsioni indicano un'elevata probabilità (78%) che la
popolazione residente al 2050 sia inferiore a quella odierna, scendendo da 60,4 milioni al 1° gennaio 2019 a 60,3 milioni nel 2030, con un calo più accentuato negli anni a seguire (58,2 milioni la popolazione nel 2050) e una perdita complessiva di 2,2 milioni di residenti rispetto ad oggi.
La
transizione nell'età anziana delle generazioni del baby boom, oggi nella fase adulta della vita, è - rivela l'Istat - la principale determinante del futuro invecchiamento della popolazione. La quota di ultrasessantacinquenni sul totale della popolazione potrebbe essere nel 2050 tra i 9 e i 14 punti percentuali superiore rispetto al valore del 2018 (22,6%).
La
popolazione residente in Italia è inoltre in calo dal 2015. Al 1° gennaio 2019 l'Istat ha stimato che la popolazione ammonti a 60,4 milioni, oltre 400 mila residenti in meno rispetto al 1° gennaio 2015 (-6,6 per mille).
Il calo demografico è dovuto al
saldo naturale sempre più negativo dovuto alla diminuzione delle nascite e dell'aumento tendenziale dei decessi; secondo i dati provvisori relativi al 2018 sono stati iscritti in anagrafe per nascita oltre 439mila bambini, quasi 140 mila in meno rispetto al 2008, mentre i decessi sono poco più di 633 mila, circa 50 mila in più.
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Non va ignorato che la crescita della popolazione italiana degli ultimi vent'anni è avvenuta unicamente grazie all'aumento della componente di origine straniera, una componente che al primo gennaio 2019 conta 5 milioni e 234 mila residenti pari all'8,7% della popolazione. Una numerosità di tutto rilievo superiore al numero degli abitanti di 9 dei 27 paesi dell'UE", ha sottolineato il presidente dell'Istat
Gian Carlo Blangiardo.
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In assenza di significative misure di contrasto, potrebbero determinare ricadute negative sul potenziale di crescita economica, con impatti rilevanti sull'organizzazione dei processi produttivi e sulla struttura e la qualità del capitale umano disponibile", ha concluso Blangiardo.