(Teleborsa) - Dopo un'intensa campagna di buoni intenti e di promesse di investimenti per
gli insegnanti, i cui stipendi si sarebbero dovuti collocare in linea con quelli europei, anche il governo del “cambiamento” si allinea a quelli che lo hanno preceduto: la
nota di aggiornamento del DEF, pubblicata in queste ore, ci dice che
sono in arrivo tagli per 150 milioni al comparto e nemmeno un centesimo per il rinnovo contrattuale. Nel Documento di Economia e Finanza, per la Scuola si parla solo di buoni intenti riguardanti la cittadinanza, l’alternanza scuola-lavoro, il sostegno agli alunni disabili, la formazione e trasferimenti del personale. Nulla di più.
Lo sostiene il
sindacato della scuola, Anief, secondo cui la mancata promessa è così "evidente" che ora anche gli altri sindacati, dopo avere apposto la firma per disdire il rinnovo automatico del CCNL firmato lo scorso aprile, concordano con Anief sulla
necessità di reperire le risorse per "ottemperare a quell'errore di considerare gli aumenti del 2018 perequativi, solo un bonus a termine, piuttosto che strutturali nelle buste paga di 1,3 milioni di docenti e Ata".
Inoltre, nella manovra permane il
rebus sull'identità di vacanza contrattuale che per legge dovrebbe garantire aumenti di 105 euro in media mensili se si considera il 50% del tasso IPCA all'1,4 previsto per il 2019 dal Governo. Una manovra che da sola esige lo stanziamento di altri quasi 2 miliardi. Secondo
Marcello Pacifico presidente nazionale Anief "con questa legge di stabilità
si sta riuscendo nella non facile impresa di fare peggio dell’ultima: qualora i tagli venissero confermati, il nostro sindacato si dichiara già ora pronto a ricorrere al tribunale".