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M5S-Lega, continua la trattativa: c'è l'intesa sui punti chiave

Si lavora per trovare un premier terzo

Politica
M5S-Lega, continua la trattativa: c'è l'intesa sui punti chiave
(Teleborsa) - Continuano serrate le trattative tra M5S e Lega che si avvicinano, seppur a piccoli passi, verso il nuovo governo. “C’è sostanziale accordo sui punti chiave”. Lo ha detto ieri il leader della Lega, Matteo Salvini, lasciando il Pirellone a Milano dove ha incontrato Luigi Di Maio e le delegazioni del Carroccio e di M5S per discutere il programma di un eventuale governo.

"Sono una trentina i punti del programma e su qualcuno ci sono ancora posizioni diverse – ha rilevato Salvini – d’altronde siamo due forze politiche diverse che avevano programmi diversi: il lavoro che stiamo facendo e vedere se c’è un’idea di Italia non uguale ma simile, con cui governare nei prossimi mesi per evitare le elezioni domani mattina o governi tecnici. Se la compatibilità arriverà all’80% si parte, se invece ci saranno ancora punti di disaccordo quantomeno ci abbiamo provato: sono fiducioso".

SI LAVORA PER TROVARE UN PREMIER TERZO - La strada, insomma, sembra essere quella giusta ma c'è ancora molto da fare. L'incontro tra le due delegazioni proseguirà anche nella giornata di oggi.

IL RICHIAMO DI MATTARELLA - Mentre si continua a trattare arrivano anche le parole del Capo dello Stato che ricorda ai partiti che il presidente non è un notaio. "Le osservazioni al governo non avevano mai "indole di critica, sibbene di cordiale collaborazione o di riflessioni comunicate da chi, anche per ragioni di età, poteva essere considerato un anziano meritevole di essere ascoltato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella citando parole del capo dello Stato Luigi Einaudi in occasione della ricorrrenza del suo giuramento e dell’entrata in carica al Colle. "Einaudi – ha ricordato Mattarella – rinviò due leggi approvate dal Parlamento, perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell’art.81 della Costituzione". Il capo dello Stato ha il potere di nominare il presidente del Consiglio, anche non avvalendosi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, ha concluso Mattarella.
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