(Teleborsa) - Come ampiamente atteso, il Presidente americano
Donald Trump ha ufficializzato l'
uscita degli
Stati Uniti dall'
accordo sul nucleare in Iran siglato nel 2015 dall'Amministrazione Obama. Una decisione che non ha lasciato sorpresi visto che il tycoon si è schierato apertamente contro
Teheran ma che ha fatto insorgere la comunità internazionale.
Parigi, Berlino e Londra fino all'ultimo hanno cercato di dissuadere Trump dal suo intento.
Il Presidente francese
Macron, a nome anche di
Gran Bretagna e Germania, ha espresso "rammarico" per l'uscita degli USA dall'accordo, affermando che "il regime internazionale contro la proliferazione nucleare è in gioco". Dello stesso avviso anche il Premier italiano
Gentiloni che prima dell'annuncio del presidente USA in un tweet aveva scritto: "l'accordo con #Iran va mantenuto. Contribuisce alla sicurezza nella regione e frena la proliferazione nucleare. L'Italia con gli alleati europei per confermare gli impegni presi".
Anche
Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza si è detta molto preoccupata dalle sanzioni annunciate" pronta a attivarsi subito per avere un quadro di quali potranno essere le conseguenze".
La
Mogherini lancia anche un messaggio a
Teheran: "Ai leader dell’Iran e al suo popolo dico non lasciate che nessuno smantelli questo accordo che è tra i più grandi risultati diplomatici mai conseguiti. Appartiene a tutti noi".
Gentiloni lascia
Palazzo Chigi con una notizia che pesa sull'economia, visti i numerosi interessi in
Iran di aziende italiane. Tre anni fa, prima della firma dell'accordo, le sanzioni applicate all'Iran da Stati Uniti, ONU e Unione Europea (UE) hanno avuto un impatto consistente per l'Italia solo in termini di export e senza considerare gli investimenti, come rivelato da
SACE.A partire dal 2006, prima dell'accordo del 2015 si era infatti registrata una perdita di oltre 15 miliardi di euro di esportazioni. Il settore più colpito è stato la meccanica strumentale, che rappresenta oltre la metà dell’export italiano verso l'Iran.