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Torna lo spettro dello "shutdown" negli USA

Il Congresso dovrà evitare la chiusura dei servizi federali non essenziali entro l'8 dicembre, giorno in cui scadono i finanziamenti al Governo

Economia
Torna lo spettro dello "shutdown" negli USA
(Teleborsa) - Torna l'incubo "shutdown" negli Stati Uniti.

A quattro anni dall'ultimo congelamento delle attività federali non essenziali si torna a parlare di questa ipotesi, esplicitamente prevista dalla Costituzione americana qualora il Congresso non riesca a trovare un accordo sulla Manovra finanziaria.

Venerdì 8 dicembre si esauriscono formalmente i finanziamenti al Governo USA e se i legislatori non troveranno la quadra sulla legge di bilancio scatterà il famigerato provvedimento di chiusura dei servizi ritenuti non essenziali.

Ieri, 5 dicembre, la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders ha fatto sapere che il Congresso sta lavorando ad un accordo per estendere i finanziamenti sino al 22 dicembre, cosa che permetterebbe a Repubblicani e Democratici di accordarsi sul Budget per l'anno fiscale 2018 iniziato lo scorso 1° ottobre.

Va detto che si tratterebbe di un secondo prolungamento, visto che il primo è scattato proprio a inizio ottobre.

Una volta scongiurato lo shutdown che, secondo Sanders, "è un'eventualità possibile", e ancora prima di trovare una soluzione sulla Manovra, le controparti dovranno accordarsi sull'innalzamento del tetto alla spesa dopo i severi limiti introdotti nel 2011.

I "falchi" al Congresso vorrebbero destinare l'extra budget alle spese militari, i Democratici spingono affinché siano aumentati i fondi anche per attività non legate alla difesa, in particolare per la protezione dei giovani immigrati illegali.

I timori per uno shutdown sono aumentati la scorsa settimana, dopo che il Presidente Donald Trump ha "deriso" in un tweet i Dem. Questi, per ripicca, hanno annullato un incontro con lo stesso inquilino della Casa Bianca allargando il già notevole divario tra le parti.

Il fatto è che i Democratici hanno un certo potere in materia di bilancio: innanzitutto possono bloccare la norma sull'estensione dei finanziamenti fino al 22 dicembre in Senato, ma anche alla Camera, se dovesse emergere qualche franco tiratore tra i Repubblicani.

In secondo luogo, il loro voto è essenziale per l'approvazione del bilancio a lungo termine.

Cos'è lo shutdown? Di seguito un piccolo vademecum.

Questo procedimento è praticamente sconosciuto in Europa e nelle principali nazioni industrializzate, dove esecutivo e Parlamento sono generalmente controllate da una sola forza politica, o coalizione che sia. E, in casi di gravi rotture, si sciolgono le Camere e si va al voto.

Ma in America è diverso, perché la legge statunitense prevede il congelamento temporaneo dei servizi statali non necessari qualora il Presidente e/o una o entrambe le Camere del Congresso non dovessero trovare un accordo sulla legge di bilancio.

Tra le attività federali "essenziali" vi sono il Servizio Meteorologico Nazionale e le sue agenzie affiliate, i servizi medici presso le strutture federali, il servizio postale, le forze armate, la gestione del traffico aereo e il sistema penale.

Per il resto, tutti gli altri servizi sono a rischio e ciò significa che circa 850 mila dipendenti pubblici andranno in licenza (questi i numeri emersi dall'ultimo shutdown scattato il 1° ottobre del 2013), pari al 40% della forza lavoro. I militari e il personale essenziale continuerà invece a lavorare, ma non è detto che percepirà lo stipendio alla data canonica.

Chi può dormire sonni tranquilli sono i membri del Congresso: il loro stipendio può essere congelato solo con apposita legge (che non è quella dello shutdown, detta Antideficiency Act).
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