(Teleborsa) - Quale legame esiste tra
economia circolare, reputazione aziendale e responsabilità sociale d'impresa? Come viene seguita e percepita da media e social media l’attività delle aziende che
curano la gestione e il riciclo dei rifiuti? Quali ripercussioni provoca una cattiva reputazione sullo sviluppo delle attività di green economy? Dalla necessità di approfondire e dare una risposta a queste domande ha preso le mosse lo studio
Economia circolare e reputazione (sociale). Il circolo vizioso di cui nessuno parla è stato presentato oggi 9 novembre a
Ecomondo, l'evento sull'ambiente e l'energia verde.
L’analisi condotta dall’
Università di Macerata rivela come l’attuale carenza di una reputazione "propria" dell'economia circolare (dovuta a una scarsa consapevolezza della società civile sul tema)
possa innescare un circolo vizioso in grado di ostacolare lo sviluppo stesso di attività imprenditoriali legate alla gestione dei rifiuti e di conseguenza la transizione verso una logica "circolare" del modello economico.
Il gap reputazionale, provocato dalla dissonanza fra la buona reputazione di cui godono le aziende di gestione rifiuti tra i propri stakeholder diretti (clienti e fornitori) e la cattiva reputazione presso le comunità e autorità del territorio, determina infatti significative ripercussioni sullo sviluppo dell’attività imprenditoriale, in diversi casi fermando addirittura la realizzazione di impianti di riciclo, con negative ripercussioni sul fronte ambientale e occupazionale.