(Teleborsa) -
L'UE alza nuovamente il tiro contro i colossi del web e rilancia sulla Web Tax europea, proprio alla vigilia del
vertice dei ministri delle finanze europei (Ecofin) a Tallinn.
A sostenere la proposta di
tassazione dell'economia digitale sono ben quattro paesi europei - Francia, Italia, Germania e Spagna - e se ne è fatto portavoce il responsabile politico del team di riforma della corporate tax europea,
Paul Tang, che anticipa uno studio relativo ai mancati incassi fiscali in UE.
La grande novità della
Corporate Tax europea, oltre all'armonizzazione, è che l'aliquota
non si applicherebbe sui redditi, ma sui ricavi realizzati con il traffico digitale e scatterebbe suuperato il tetti dei 5 milioni di giro d'affari.
Il
report calcola la mancata tassazione in un triennio delle due big del web -
Google e
Facebook - quantificando in
5,4 miliardi le tasse perse nel periodo che va dal 2013 al 2015. La cifra sarebbe calcolata applicando la differenza fra la tassa media pagata dai due colossi fuori dall'UE ed i miseri contributi corrisposti all'Europa.
Per
Google, l'importo viene calcolato su un monte ricavi di 54 miliardi in tre anni, sul quale si applica l'aliquota media pagata dal colosso del web fuori dall'UE, ben oltre lo 0,82% applicato dall'amichevole fisco olandese, quantificando le
tasse perse in 5 miliardi.
Stesso discorso per Facebook, che paga un'aliquota del 28-34% fuori dall'UE, ma corrisponde all'Irlanda appena uno 0,03-0,10%,
sottraendo 1,8 miliardi l'anno di gettito.