(Teleborsa) - Il sospiro di sollievo tirato dai mercati finanziari dopo che
il candidato centrista Emmanuel Macron ha vinto il primo round delle elezioni presidenziali francesi costituisce un punto di partenza per
la BCE, che potrebbe iniziare a pensare a una stretta monetaria.
Non ora, ma nel 2018. Secondo gli addetti ai lavori, infatti, la vittoria del candidato pro-UE potrebbe contribuire a stimolare la crescita dell'Eurozona e indurre la Banca Centrale Europea ad assumere un atteggiamento più aggressivo in termini di politica monetaria.
Scongiurata la paura, almeno per ora, che le presidenziali potessero produrre uno scenario da incubo per i mercati, l'attenzione degli operatori si sposta ora sulla
riunione di domani 27 Aprile, dell'Eurotower che annuncerà le sue decisioni sui tassi di interesse della Zona Euro.
Mentre l'istituto di Francoforte è impegnato a
mantenere una politica monetaria estremamente espansiva, almeno fino alla fine dell'anno, gli investitori stanno già speculando su quando arriveranno i primi segnali di "stretta" o riduzione degli stimoli. Lo testimoniano gli sbalzi al rialzo dei prezzi che hanno portato
l'euro sopra quota 1,09 dollari, soglia che non raggiungeva da Novembre 2016.
Dalla riunione di domani non sono attese novità, come da copione il Presidente della BCE, Mario Draghi, continuerà a rilasciare dichiarazioni da "colomba", ma i venti di cambiamento potrebbero iniziare a soffiare durante la riunione di giugno, quando la Banca Centrale riceverà nuove informazioni aggiornate sulle prospettive inflattive in area euro.