(Teleborsa) -
Banca Popolare di Vicenza, una delle due banche venete
in "odore" di intervento dello Stato, ha confermato di aver
chiesto di accedere alla "ricapitalizzazione precauzionale", ovvero il sostegno dello Stato mediante garanzie, come accaduto per
Banca MPS.
Anche Veneto Banca ha fatto la stessa richiesta a MEF, Bankitalia e BCE, in vista del rafforzamento patrimoniale prescritto dall'autorità di vigilanza europea e propedeutico alla fusione dei due istituti veneti.
Sulla scia di questa notizia,
l'agenzia di rating Fitch ha tagliato il rating sul debito di BPVi, sia per il breve che per il lungo termine. Il merito di credito di Banca Popolare di Vicenza è stato ridotto
da "B "a "C" sul breve e da "B-" a "CCC" per il lungo periodo.
Anche l'outlook è stato modificato da "stabile" a "in evoluzione". Peggiorato infine il rating sulla
"viability", cioè sulla capacità della banca di far fronte ai suoi impegni senza rafforzamenti patrimoniali.
Frattanto, la banca vicentina ha fatto sapere che
l'offerta di transazione proposta ai soci ha riscosso oltre
65 mila adesioni, pari al 68,8% del totale degli azionisti cui era rivolta e sono già stati
sottoscritti 52.865 accordi transattivi, pari al 49,6% del totale.