(Teleborsa) -
Intesa Sanpaolo,
UniCredit,
Banco Popolare e
UBI Banca passano la prova degli stress test, facendo meglio anche della media europea.
Male, invece, MPS. "Nonostante la severità dell'esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni - spiega
Banca d'Italia in una nota -
quattro delle cinque principali banche italiane comprese nel campione EBA mostrano una buona tenuta. Per queste banche (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare e UBI Banca) l'impatto ponderato sul capitale (CET1) derivante dallo scenario avverso è pari a 3,2 punti percentuali a fronte del 3,8 per cento della media del campione EBA. Comprendendo anche il Monte dei Paschi, l'impatto sarebbe, in termini ponderati, di 4,1 punti percentuali".
Via Nazionale, in un comunicato di commento agli stress test pubblicati dall'EBA (l'autorità bancaria europea), spiega che "
il Monte dei Paschi di Siena, che supera il test nello scenario di base,
mostra nello scenario avverso un risultato negativo". Poche ore prima dei risultati dei test è arrivato l’
ok definitivo della BCE al piano di salvataggio e all’aumento di capitale. Poi,
il Cda della banca senese ha dato il via libera a un
aumento di capitale da 5 miliardi e alla
vendita per 27 miliardi di sofferenze lorde.
Gli stress test, sono stati condotti dall'EBA,
su 51 istituti di credito, rappresentanti 15 Paesi europei e circa il 70% degli attivi bancari dell'Unione.
Peggiora Deutsche Bank, al 7,8% dal 13,19%.
"Gli stress test sulle banche europee hanno mostrato un miglioramento della robustezza delle istituzioni del credito" sottolinea la BCE con una nota. "A parte una eccezione, tutte le banche mostrano dei coefficienti patrimoniali Cet1 ben superiori alla soglia di riferimento del 5,5% utilizzata nel 2014 sullo scenario avverso. Questo riflette la robustezza dei livelli patrimoniali complessivi".
Gli ultimi stress test furono condotti nell'ottobre 2014, data da ricordare, dato che determino un tracollo dei mercati. In quell'occasione furono bocciati ben 25 Istituti sui 131 sottoposti a valutazione, inclusa l'italiana
Banca MPS.
Nonostante sia trascorso più di un anno e mezzo, l'Istituto senese è ancora fra quelli
a rischio per l'alta quota di crediti deteriorati in portafoglio, che
superano largamente i limiti imposti da Francoforte.