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TTIP, la Francia mette in archivio l'accordo di libero scambio

Economia
TTIP, la Francia mette in archivio l'accordo di libero scambio
(Teleborsa) - Il TTIP non si farà, perlomeno non entro il 2016 e prima della scadenza del mandato di Obama. In seguito di vedrà, anche se l'arrivo di un nuovo Presidente alla Casa Bianca cambierà molto le cose.

La parola fine all'ultimo round di negoziati, il quattordicesimo, l'ha messa la Francia, notoriamente contraria a questo accordo. Affermando che "non esiste assolutamente alcuna possibilità che si arrivi a un accordo entro la fine dell'amministrazione Obama", il vice Ministro del commercio francese, Matthias Fekl, ha aggiunto "lo sappiamo tutti, anche quelli che affermano il contrario".

Fekl, ad appena una settimana dalla ripresa dei negoziati, ha lasciato intendere che l'accordo transatlantico di libero scambio fra Stati Uniti ed Unione Europea è destinato ad essere messo in archivio per ora. "Stiamo aspettando così tante offerte da parte degli USA - ha spiegato - che non c'è alcuna possibilità che qualcosa cambi entro il termine del mandato dell'amministrazione Obama".

Sul tema è intervenuto anche il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che ha lanciato un allarme: l'accordo TTIP è destinato a saltare "perché siamo arrivati troppo lunghi sulla negoziazione", ma ha aggiunto che sono a rischio anche i negoziati con il Canada.

Poi, il ministro ha spiegato che il motivo per cui rischiano di naufragare gli accordi in questione è "per la mancanza di fiducia verso qualunque cosa sia internazionalizzazione" ed ha avvertito che l'Italia è il Paese con i dazi più bassi, quindi se saltano gli accordi "è peggio per noi".

Intanto, la Coldiretti lancia un allarme sulle ricadute per l'agroalimentare, affermando che solo il 3% degli italiani è d’accordo che in Italia si possa consumare carne e latte proveniente da animali clonati. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ipr marketing divulgata nell'anniversario dei 20 anni dalla nascita della pecora Dolly. L’atteggiamento degli italiani è anche - secondo la Coldiretti - un segnale chiaro nei confronti delle trattative sugli accordi di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti dove la pratica della clonazione animale si è rapidamente diffusa, al pari di Brasile e Argentina.

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