(Teleborsa) - Nessuna proroga questa volta per il
glifosato, principio attivo contenuto nell'erbicida più diffuso al mondo della
Monsanto, accusato di avere
effetti dannosi non solo sull'ambiente ma anche sulla salute umana.
Bruxelles ha bocciato la proposta della
Commissione europea di rinnovare l'autorizzazione del diserbante, scaduta a fine giugno 2012 e sino ad oggi rinnovata parzialmente di volta in volta per 12-18 mesi. A bloccare l'autorizzazione
Italia, Francia e Germania, che questa volta hanno deciso di astenersi insieme ad Austria, Grecia, Portogallo e Lussemburgo, riducendo sensibilmente la percentuale dei paesi a favore del rinnovo dell'erbicida sospettato di essere cancerogeno. Malta è stato l'unico Paese a votare contro.
La Commissione Europa ha deciso di chiedere il sostegno dei Paesi membri, pur non avendone il bisogno, visto l'ampio dibattito che si è creato attorno all'argomento.
Perché l'Italia ha cambiato idea?"Non conosciamo la ragione del cambio di posizione del nostro Paese, da quello che ci risulta, all'ultima riunione prima del voto, tra i ministeri c’era una divisione: Salute e Sviluppo economico erano favorevoli, l’Ambiente contrario, mentre la posizione del ministero dell’Agricoltura non ci è chiara a tutt'oggi", ha dichiarato
Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.
Intanto sono molti gli attivisti che si stanno battendo contro l'utilizzo del glifosato, con manifestazioni nelle strade ma anche azioni più d'impatto emotivo, come quella del giovane fotografo argentino, Pablo Ernesto Piovano, che sta scuotendo il mondo intero.
Queste alcune immagini del suo reportage:
Cosa succede ora?La palla torna ora alla Commissione Europea, con il collegio d’appello che voterà il
23 giugno prossimo per stabilire se prorogare o meno l'utilizzo dell’erbicida, in attesa del parere dell'
Echa - l'Agenzia europea per le sostanze chimiche, che completerà la sua valutazione sul prodotto commercializzato con il nome di
Roundup a fine 2017. La situazione è assai delicata: in tale occasione basterà che uno dei paesi astenuti passi al voto favorevole per rinnovarne l'autorizzazione, la cui scadenza è altrimenti prevista per il 30 giugno. Nel caso si verificasse nuovamente uno stallo, la Commissione potrà decidere autonomamente di dare seguito alla sua proposta.