(Teleborsa) - Le
Primarie USA 2016 scivolano su
tematiche scandalistiche e non risparmiano proprio nessuno: né il magnate della finanza
Donald Trump, accusato di evasione fiscale, né l'ex First lady
Hillary Clinton, ancora impelagata per la questione delle email coperte da segreto d'ufficio.
Ad accusare Trump è stato il quotidiano inglese Telegraph, che ha portato alla luce di
una transazione sospetta del 2007; in quell'anno il candidato alle Primarie vendette delle quote di una consociata della sua società immobiliare (Bayrock) ad una società islandese per
50 milioni di dollari, ma l'investimento (tassato) fu sostituito nel contratto dalla parola
"prestito", che nello Stato di New York è esentasse.
Si stima che Trump abbia
frodato il fisco di diverse decine di milioni di dollari (almeno la metà di quei 50 milioni). Ora spetta all'ufficio delle imposte americano IRS indagare sulla vicenda.
Quanto alla "email-gate", la vicenda delle email coperte da segreto d'ufficio ed inviate da un account di posta personale della candidata
Hillary Clinton, il Dipartimento di Stato ha emesso il suo verdetto ed ha stabilito che
ha violato le regole di riservatezza ed il protocollo.
Le conclusioni dell'osservatorio indipendente del Dipartimento di Stato sono contenute in un
rapporto inviato al Congresso, da cui emerge anche che la Clinton
non aveva neanche chiesto di poter usare un server personale, perché in caso contrario questo permesso le sarebbe stato negato. Dall'auditing emerge che esiste poi un altro problema oltre a quello della riservatezza:
molte informazioni sono state perdute a causa dello smarrimento o cancellazione delle email riferite a diversi mesi del suo incarico.