(Teleborsa) -
Tornano le vendite sulle piazze asiatiche sulla scia del
calo dei prezzi del greggio dopo che
Teheran non ha voluto precisare se congelerà l'output come chiesto dall'Opec e, sul persistere dei
timori per la crescita globale, dopo i
dubbi sollevati dalla Fed e il
nuovo taglio delle stime di crescita per mano dell'OCSE.
L'indice Nikkei della borsa di
Tokyo ha chiuso in flessione dell'1,4% a 15.967,17 punti, penalizzato anche da uno yen più forte, mentre il più ampio indice Topix ha lasciato sul terreno l'1,5% a 1.291,82 punti.
Tra le altre piazze chiuse, sale
Seul dello 0,96% e
Taiwan appena dello 0,12%.
Deboli le borse cinesi, dopo i rialzi innescati dagli ennesimi stimoli annunciati dalla banca centrale, con una massiccia iniezione di liquidità. Intanto
l'inflazione in Cina è cresciuta, ma meno del previsto.
Shanghai lima lo 0,10%.
Fra gli altri mercati che hanno trattato,
Hong Kong perde lo 0,58%,
Singapore lo 0,29%,
Kuala Lumpur lo 0,18% e
Jakarta l'1,09%. Tiene
Bangkok con un +1,18%.