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Petrolio, tregua finita. Il barile torna a perdere terreno

Economia
Petrolio, tregua finita. Il barile torna a perdere terreno
(Teleborsa) - E' durata poco la rimonta del petrolio scattata sul finale della scorsa ottava.

Stanotte, sui circuiti asiatici, l'oro nero aveva consolidato il rimbalzo iniziato venerdì in scia alle attese per nuovi stimoli all'economia dell'Eurozona, salvo poi azzerare i guadagni su qualche presa di profitto.

Giovedì scorso il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha aperto al varo di nuove misure per risollevare l'anemica inflazione dell'Area Euro già a partire dal meeting di maggio.

Di grande aiuto anche l'ondata di gelo in Nord America e in Europa, che dovrebbe aumentare la domanda di combustibile, le speculazioni secondo cui la Bank of Japan dovrebbe annunciare un incremento degli acquisti di asset in occasione della riunione di politica monetaria di fine gennaio, e il rapporto di Baker Hughes sui pozzi attivi.

Il Gruppo industriale statunitense ha annunciato la chiusura di 5 pozzi petroliferi negli USA, che ora ne contano 510.

La scorsa settimana le quotazione dell'oro nero erano precipitate sotto i 27 dollari al barile sui timori per un eccesso di fornitura alla luce del rallentamento dell'economia globale, in particolare della Cina, e al ritorno dell'Iran sul mercato del greggio.

Il barile ha poi rimbalzato fino a 32 dollari dopo il meeting della BCE, ma stamane i futures sul Wti in scadenza a marzo hanno invertito rotta e ora cedono 1,11 dollari a 31,08 dollari al barile, così come quelli sul Brent, che si portano a 31,16 dollari al barile.

Molti analisti avevano avvertito che si trattava di una tregua momentanea: restano infatti vivi i timori per un eccesso di domanda.
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