(Teleborsa) -
Il petrolio è ancora in caduta libera sui mercati internazionali, dove ha raggiunto ieri sera i
minimi degli ultimi 12 anni, avvicinando pericolosamente la soglia dei 30 dollari al barile.
Anche questa mattina le quotazioni continuano a scendere, con il primo contratto sul
Light crude che scambia a 30,63 dollari, in ribasso del 2,5%, mentre il Brent quota 30,72 dollari in calo del 2,6%.
A minare il greggio contribuisce sempre la crisi asiatica, in particolar mondo
la frenata dell'economia cinese, che era stata responsabile del rally decennale delle commodities sino a fine 2013. A questo si aggiunge, secondo gli economisti di Morgan Stanley, la
continua svalutazione dello yuan, che renderebbe più costoso il greggio, frenando gli acquisti dall'Asia e, di conseguenza, la domanda mondiale.
Oggi si attende il consueto report mensile dell'Energy Information Administration americana, la divisione di ricerca del Department of Energy, mentre domani saranno pubblicati i consueti dati settimanali delle scorte, che
la scorsa settimana hanno molto deluso.