(Teleborsa) -
Nuovo tonfo del petrolio sui mercati internazionali, dove i prezzi hanno toccato i minimi degli ultimi 6 anni per la qualità americana e degli ultimi 11 anni per quella del Mare del Nord.
Le quotazioni si muovono ancora in una
spirale ribassista, a causa del
panic selling scattato sulle borse cinesi e dei
deludenti dati sulle scorte USA annunciati ieri dall'EIA.
A deprimere il greggio vi sono motivazioni di carattere finanziario (la speculazione) ed anche di carattere fondamentale. Queste ultime hanno a che fare con il
rallentamento della domanda, passato e futuro, e con la
strategia dell'OPEC volta riassorbire l'eccesso produttivo attraverso una politica di
abbattimento del prezzo.
In questo senso, molto concorre
la decisione dell'Arabia Saudita di praticare sconti aggressivi, per mantenere inalterata la sua quota e scalzare i membri esterni (USA) ed interni (Iran) al cartello.
Il future sul petrolio nordamericano, che ieri aveva bucato per la prima volta la soglia dei 34 dollari, posizionandosi sui minimi da inizio 2009, è scivolato stamattina anche sotto quota 33 dollari. Il primo contratto sul
WTI scambia in calo del 4,6% a 32,41 dollari al barile, mentre il Brent cede il 4,8% a 32,63 dollari.