(Teleborsa) - Era il
16 dicembre 2008. A sette anni esatti dalla mossa di
Ben Bernanke che portava il costo del denaro a zero, dopo il
fallimento della banca d’affari Lehman Brothers,
Janet Yellen aumenta i tassi dei Fed Funds di un quarto di punto, cioè dello 0,25%. Si tratta del primo rialzo dei tassi da giugno 2006 e del primo di una serie di aumenti che dovrebbero prender corpo nei prossimi mesi.
La portata di questo aumento, ha detto la Yellen a margine del FOMC
"non va esagerata", in quanto “
L’aumento sarà graduale. Graduale ma costante”. Nel giustificare la decisione presa ieri, il numero uno della Fed ha citato i "progressi dell'economia", dichiarando che
"non ci sarà una nuova recessione".
Poi, ha sottolineato che questa è la
fine di una "fase straordinaria" della politica monetaria, iniziata all'alba della crisi finanziaria. La portata di questo aumento - ha avvertito - "non va esagerata"
La decisione era attesa da mesi. Già da settembre il
contrasto in seno al board della banca centrale Usa aveva delineato la futura politica sui tassi americani, ritardata più per una questione di dialettica con i mercati, ritenuti non in grado di asseverare la decisione della Yellen, che per un giustificato motivo macro economico.
Probabilmente
da oggi gli Stati Uniti entrano ufficialmente nel “dopo Obama”, con la banca centrale che nei prossimi due anni dovrebbe riportare i tassi verso una situazione di normalità, accelerando la sua politica di
exit strategy, sfidando i mercati di tutto il mondo.