(Teleborsa) -
Mario Draghi sembra non aver consegnato il regalo di Natale "giusto" alle borse europee, spaventandole con
decisioni meno incisive di quanto sperato dal mercato.
A dire di molti all'interno del Board ci sarebbero state diverse posizioni divergenti sul da farsi, e così il governatore della BCE assieme al comitato di politica monetaria, avrebbero scelto di tenere ancora qualche sorpresa in serbo in caso di necessità future per dare ulteriore stimolo all'economia.
Altri esperti invece temono che la mossa di Draghi sia giunta troppo in ritardo.
In particolare il governatore della Bundesbank,
Jens Weidmann, ha dichiarato pubblicamente che un potenziamento del
quantitative easing, tanto atteso dal mercato, "non era necessario", poiché le stime sull'economia di Eurolandia non sollevano preoccupazioni. Weidmann ha specificato che la debolezza dell'inflazione è in gran parte dovuta alla flessione dei prezzi dell'energia, che però a loro volta sostengono la ripresa economica della Zona Euro.
Risultato: ieri le
borse europee hanno bruciato 250 miliardi, l'euro si è apprezzato del 3% sul dollaro, cosa che non accadeva dal 2009.
Tra le tante voci, c'è anche chi ha lodato l'iniziativa di Draghi. Secondo
Gerry Rice, portavoce del Fondo Monetario Internazionale, le decisioni dell'Eurotower aiutano a "centrare l'obiettivo della stabilità dei prezzi".