(Teleborsa) -
Dopo l'intervento scontato della BCE, che ha tagliato il tasso sui depositi, il Presidente
Mario Draghi, come promesso, ha annunciato
altre misure di stimolo per l'economia nella tradizionale conferenza stampa che è seguita al meeting odierno.
Draghi ha spiegato che
la nuova strategia di politica monetaria si fonda su quattro punti: innanzi tutto un taglio del
tasso sui depositi che era già negativo di 10 punti base a -0,30%; in secondo luogo è stato deciso di
estendere la scadenza del programma di quantitative easing da settembre 2016
a marzo 2017; terzo punto si è deciso di
reinvestire alla scadenza i capitali investiti e poi liberati dal QE; quarto punto, si è deciso di
includere fra gli asset acquistabili anche i debiti delle amministrazioni locali e regionali dei singoli Stati membri dell'Eurozona.
Esiste anche un quinto strumento della strategia complessiva, che riguarda le aste a 3 mesi (LTRO), che la BCE ha deciso di continuare a condurre.
Le decisioni di oggi sono state prese per
riportare l'inflazione attorno ad un livello accettabile ed ancorare le aspettative di medio termine al target fissato del 2%. Esistono - ha spiegato Draghi -
rischi al ribasso sull'inflazione, a causa dei prezzi energetici e di pressioni esterne. "Le nostre decisioni - ha detto - rafforzano l'impulso della ripresa economica dell'Eurozona e la sua resistenza contro gli shock dell'economia mondiale".
Le stime di inflazione sono state ridotte all'1% dall'1,1% per il 2016 ed all'1,6% dall'1,7% per il 2017, ambedue ancora be4n al di sotto dell'obiettivo del 2%.
Quanto alla crescita, Draghi ha illustrato le
nuove proiezioni economiche dello staff della BCE, che indicano
per il 2015 una crescita più forte dell'1,5% rispetto all'1,4% indicato in precedenza. La crescita del 2016 è stata poi confermata all'1,7%, mentre sono state
riviste al rialzo anche le previsioni del 2017 all'1,9% dall'1,8%.
Le nuove misure annunciate dal numero uno dell'Eurotower, in realtà, sono state accolte con un certo malumore dai mercati, che sono colati a picco, mentre
l'euro è rimbalzato ai massimi delle ultime due settimane oltre 1,08 USD. A deludere è stato soprattutto il mancato annuncio di un'estensione del valore del QE, che resta fermo a 60 miliardi: un'occasione persa secondo operatori ed esperti.