(Teleborsa) - Risalgono la china le quotazioni del petrolio, che dopo la debacle avuta durante la giornata, tornano a mostrare vigore.
Il contratto di ottobre sul
WTI sale del 6,8% a 48,09 dollari al barile, dopo i minimi intraday di 43,6 dollari, mentre il
Brent londinese sale del 5% a 52,28 dollari dopo minimi intraday a 48,25 dollari. A dare una spinta la rialzo, dopo la depressione
sulle preoccupazioni legate alla Cina, l'OPEC e l' EIA. In report di oggi, la Energy Information Administration (EIA)
ha stimato produzione di greggio degli Stati Uniti a giugno 9,3 milioni di barili al giorno, in calo del 1,1%,con un decremento di circa 100.000 barili al giorno dai dati rivisti di maggio 2015.
Secondo gli analisti, con questi dati, i produttori saranno obbligati a rispondere al crollo delle quotazioni del greggio riducendo le spese, anche se la produzione statunitense - a detta degli esperti- non è scesa abbastanza per ridurre l'eccesso di scorte mondiali.
Intanto, l'
OPEC in altro report separato, si è detta pronta a dialogare con gli altri Paesi produttori, "ma giocando alla pari". L’OPEC, dopo che qualche giorno fa ha ammesso che il cartello "
non è pronto" a ridurre l'offerta, oggi si e detto pronto a dialogare sui prezzi con gli altri produttori.
La continua pressione sui prezzi del petrolio, provocata da una grande produzione di greggio, insieme con la speculazione di mercato, rimane una fonte di preoccupazione per l'OPEC e per i suoi membri, anzi per tutti gli stakeholder del settore". E’ quanto si legge nell'ultimo report pubblicati dall'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio che si è detta pronta a dialogare con gli altri paesi produttori, "ma giocando alla pari".
L’OPEC si rifiuta di tagliare la propria produzione a senza l'aiuto di produttori esterni come la Russia, che si è rifiutata di abbassare la fornitura. "L’OPEC, come sempre, continuerà a fare tutto il possibile per creare il giusto ambiente idoneo per il mercato del petrolio per raggiungere l'equilibrio con prezzi equi e ragionevoli" aggiungil report. "Come l'Organizzazione ha sottolineato in numerose occasioni, essa è pronta a parlare con tutti gli altri produttori. Ma questo deve essere su un piano di parità, poiché l'OPEC deve tutelare i propri interessi".