(Teleborsa) -
La Banca centrale europea, ieri, ha approvato un decalogo provvisorio di nuove regole, che possa permettere la
riapertura della borsa di Atene. La data e le eventuali restrizioni all'operatività,
saranno decise con un decreto del ministero delle Finanze, come comunicato da un suo portavoce.
Il Comitato esecutivo della BCE ha
discusso il piano di riapertura nella riunione settimanale di ieri, pur non essendo formalmente responsabile per la regolamentazione del mercato azionario.
Resta comunque
alta la preoccupazione dei politici per la riapertura che, secondo il loro punto di vista, potrebbe
aggravare la posizione di liquidità degli istituti di credito greci.
Verosimile che la riapertura avvenga il
prossimo venerdì con restrizioni sull'uso di denaro proveniente dai conti bancari dei greci. Secondo alcune proposte prese in considerazione dalla Banca di Grecia e della Commissione per il mercato ellenico, il denaro che già esiste in conti di investimento, potrebbe essere escluso dal controllo dei capitali.
L’interruzione dell’operatività borsistica è stato il più lungo dal 1970 ed è probabile che alla riapertura le azioni greche possano subire perdite significative. Un
ETF quotato negli Stati Uniti, ancorato all'indice azionario greco, è in
calo del 18% da quando la borsa è stata chiusa, lo scorso 29 giugno.
"E' interessante notare che nell'imminenza della riapertura, l’ETF quotato a New York abbia continuato ad essere un riferimento per la borsa di Atene”, ha dichiarato
Mark Kepner, trader di Chatham. "Penso comunque che i prezzi subiranno una flessione finché non troveranno un livello appropriato”.
Sarà consentito agli investitori negoziare titoli greci con i loro saldi dei conti di investimento esistenti, mentre agli investitori stranieri sarà permesso di acquistare e vendere liberamente azioni.
La ripartenza dell’indice
Athens Stock Exchange è una questione urgente per gli investitori globali che hanno
pompato denaro nella borsa greca fino al 26 giungo, dove
gli americani hanno fatto la parte del leone, essendo i primi investitori con poco meno di 6 miliardi dollari pari al 25% della sua capitalizzazione, seguiti da Cipro e Lussemburgo attraverso veicoli finanziari e dal Regno Unito. Quinta la Germania che ha soffiato molto, insieme alla Francia, sulla Grecia nelle fase di crescita più aggressiva, creando squilibri strutturali che senza l’euro non sarebbero mai avvenuti.