(Teleborsa) -
Il TTIP potrebbe essere molto più che una minaccia al
"Made in" e alle tutele dei consumatori:
potrebbe ledere i diritti umanitari aprendo la porta a
politiche basate esclusivamente sulle esigenze delle multinazionali.
A lanciare l'allarme è
Alfred de Zayas, un attivista per i diritti umani delle
Nazioni Unite secondo il quale il
Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato transatlantico sul commercio e sugli investimenti che Europa e Stati Uniti stanno negoziando ormai da anni per dar vita alla più grande area di libero scambio al mondo, dovrebbe essere bloccato.
Accordi commerciali simili firmati in passato in altre parti del mondo hanno dimostrato che
le grandi aziende sono riuscite a bloccare le politiche di Governo con il sostegno di
Tribunali arbitrari che operano al di fuori della giurisdizione dei Tribunali nazionali.
Lo stesso potrebbe avvenire nell'ambito del TTIP con l'
ISDS (acronimo di
Investor - state dispute settlement), lo strumento di diritto pubblico internazionale
per la risoluzione delle controversie tra investitori e Stato che garantisce ad un investitore il diritto di portare in Tribunale uno Stato estero (e qui entrerebbero in gioco i cosiddetti "Tribunali paralleli") se questo viene ritenuto colpevole di aver depresso i profitti societari adottando una particolare legislazione.
Gli Stati membri dell'Unione Europea hanno chiesto alla Commissione di includere l'ISDS nei negoziati sulla Partnership Transatlantica senza calcolare, spiega l'attivista dell'ONU, che se il "pacchetto" sarà approvato in blocco, le multinazionali detteranno legge.
Quanto rivelato dall'avvocato de Zayas al quotidiano
Guardian risale a inizio maggio, e non ha avuto particolare risonanza mediatica, esattamente come i
risultati della consultazione online pubblicati a gennaio dalla Commissione Europea che mostrano come il
97% delle persone interpellate circa il TTIP e l'ISDS abbia espresso opinione contraria.De Zayas, che ad aprile ha chiesto a Stati Uniti e Unione Europea di includere nei negoziati sul TTIP anche esperti di salute e ambientalisti, e che ad agosto pubblicherà una relazione sulle "tattiche" usate dalle multinazionali per avere la meglio sugli Stati e sui difetti del TTIP, ha ammesso che l'ONU fino ad oggi non è riuscita ad avere alcun coinvolgimento nei negoziati.
L'unica speranza è che i politici si ravvedano, anche alla luce degli
oltre 600 casi di dispute tra Corporate e Governi finiti in Tribunale e risolti, nella maggior parte dei casi, a favore della multinazionali, ha aggiunto l'attivista.
Qualche esempio eclatante? Il colosso energetico svedese
Vattenfall ha citato in giudizio il Governo tedesco per la sua
decisione di abolire il nucleare dopo i fatti di Fukushima.
L'utility francese
Veolia, invece, ha portato in Tribunale l'Egitto quando decise di alzare il salario minimo.