(Teleborsa) - Nel tentativo di
sbloccare l'empasse dei negoziati con i creditori internazionali, Atene propone la
revisione del regime di Imposta sul Valore Aggiunto (IVA).
Secondo quanto riportato stamane dal quotidiano Ekathimerini, il governo greco avrebbe inviato le sue proposte ai creditori lunedì, sperando che con queste si possano
sbloccare i prestiti di salvataggio.
Scendendo nel dettaglio, l'esecutivo di
Tsipras sarebbe intenzionato a ridurre a due le attuali tre aliquote. La più alta sarebbe fissata al 18% e si dovrebbe riferire a quasi tutti i servizi e prodotti, ad eccezione di cibo e medicine, con uno sconto del 3% per le operazioni non in contanti.
La tariffa più bassa sarebbe fissata a 9,5% e si riferirebbe a cibo, farmaci e libri, con lo stesso sconto applicabile alle transazioni senza contanti.
Le proposte sembrano essere parte di un'offerta più ampia da parte del governo, mirate ad aumentare le transazioni non in contanti ed a combatte l'evasione fiscale. In Grecia l'evasione dell'IVA è stimata essere attorno ai 9,5 miliardi di euro all'anno.
La
borsa di Atene sembra essere fiduciosa, mostrando stamane un guadagno del 3%.