(Teleborsa) - Lo psicodramma del
salvataggio greco sta avvenendo a colpi di verbali e contro verbali, in virtù di un approccio al problema in cui una controparte confida vanamente nel buon senso dell’altra. Così va inquadrata l’attesa in cui sta bollendo il governo del primo ministro Alexis Tsipras, sulla revisione della
critica situazione in cui versano le casse di Atene.
Ridimensionato il ruolo del Ministro delle Finanze ellenico, Varoufakis, il ministro delle Finanze olandese
Jeroen Dijsselbloem, che presiede le riunioni dei suoi omologhi della Zona Euro, ha
respinto ieri le accuse di Tsipras di avergli negato un maggiore impegno affinché la Grecia accedesse ai finanziamenti della BCE, in cambio di un prolungamento del contratto di salvataggio del paese.
"Il governo greco ha puntato sul fatto che, se avessero negoziato, la BCE avrebbe ammorbidito le sue regole”, ha detto Dijsselbloem su
RTL Television.
I commenti sono giunti alla vigilia della
revisione della BCE del sistema bancario greco per stabilire il livello di finanziamento d'emergenza a cui possono accedere, a fronte di un’emorragia di liquidità innescata dai ritiri dei depositanti.
Avendo la Grecia perso l'accesso ai mercati dei capitali ed essendo ineleggibile per le operazioni di finanziamento regolari della BCE, in pieno stallo dei negoziati,
i suoi creditori sono appesi al filo della liquidità che la Banca di Grecia può erogare in condizioni di emergenza, approvate dalla BCE.
Mesi di trattative hanno prodotto
pochi progressi per sperare di superare l'impasse tra la Grecia e i suoi creditori istituzionali, sulle condizioni che sono richieste per sbloccare fondi di salvataggio e ciò solleva lo
spettro di un default del debito e una possibile uscita del paese dall'euro.
"L’accesso all’ELA, per la Grecia, non sarà facile senza un accordo ben preciso con l’Eurogruppo”, ha detto Dijsselbloem.
In un'intervista televisiva nella notte di lunedì, durata oltre 2 ore e mezza,
Tsipras si è scagliato contro Dijsselbloem e la BCE, accusandoli di trattare la Grecia ingiustamente, non mantenendo le promesse.
"Il 18 febbraio la BCE ha deciso che era politicamente ed eticamente scorretto sostenere le tesi di aiuto avanzate dalla Grecia”, ha detto Tsipras.