(Teleborsa) - Alla fine, Aventino fu.
Come ampiamente atteso, ieri i partiti all'opposizione hanno abbandonato la
Commissione Affari Costituzionali della Camera, dov'è in corso l'esame della
riforma della legge elettorale, anche nota come Italicum.
Forza Italia, Movimento 5 Stelle, SEL, Lega e Fratelli d'Italia hanno dunque scelto di unirsi alle proteste della minoranza dem dopo le
dimissioni di Speranza e la loro
sostituzione in Commissione.
Tutto ciò non ha fermato i lavori della
Commissione, che ha
terminato le votazioni sugli emendamenti dell'Italicum bocciando tutte le richieste di modifica, mentre altre sono decadute a causa dell'abbandono delle opposizioni che le avevano presentate.
A questo punto sembra spianata la strada che porterà il
testo in Aula, il 27 aprile. Come noto, in questi giorni si vocifera sia sul fatto che il Governo potrebbe chiedere la
fiducia che sul
voto segreto. La minoranza dem ha già fatto sapere che
la tenuta del Governo è a rischio se arriverà davvero a porre la fiducia sull'Italicum.
Dal canto suo, il Premier
Matteo Renzi ha ribadito il suo "Avanti, su tutto". "Da anni diciamo che è una priorità cambiare la legge elettorale. Il PD ne ha discusso durante le primarie, in assemblea nazionale, in direzione, ai gruppi parlamentari, ovunque. La proposta – che è stata sempre votata a stragrande maggioranza – è stata approvata anche dal resto della maggioranza e dai senatori di Forza Italia. Fermarsi oggi significherebbe consegnare l'intera classe politica alla palude" spiega l'ex sindaco di Firenze sulla sua pagina Facebook.
Quanto alla
sostituzione dei dieci ribelli PD in Commissione, Renzi spiega: "Chi grida oggi allo scandalo perché alcuni deputati sono sostituiti in Commissione dovrebbe ricordare che questo è non solo normale ma addirittura necessario se crediamo ai valori democratici del rispetto della maggioranza: si chiama democrazia quella in cui si approvano le leggi volute dalla maggioranza, non quella in cui vincono i blocchi imposto dalle minoranze."