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Petrolio, shale oil in brusca frenata

Economia
Petrolio, shale oil in brusca frenata
(Teleborsa) - Il boom dello shale oil, che ha spinto la produzione di petrolio ai massimi degli ultimi 40 anni è in sensibile frenata.

L’uscita dalle prolifiche formazioni scistose del Nord Dakota è in declino di 57.000 barili al giorno per consegna a maggio, come ha informato ieri la Energy Information Administration. E' la prima volta che l'agenzia prevede un calo della produzione da quando ha iniziato a rilasciare il rapporto mensile sulla produttività.

Deutsche Bank, Goldman Sachs e IHS hanno previsto che la crescita americana in questo particolare settore estrattivo si interromperà, almeno temporaneamente, con i futures prossimi al livello più basso degli ultimi sei anni.

Il crollo dei prezzi ha già costretto impianti di perforazione del paese e spazzato via migliaia di posti di lavoro, sembra però che un “sboom” della produzione petrolifera Usa sia più che necessario per correggere un eccesso di fornitura e per riequilibrare i mercati petroliferi mondiali.

"Stiamo andando verso una soluzione inevitabile a causa della contrazione dei conti di tutta l’industria petrolifera”, ha detto Carl Larry, a capo della divisione petrolio per Frost & Sullivan, una società texana di consulenza globale. "La domanda è quanto veloce e ripido sarà il declino. E’ realistico pensare anche ad un gran salto verso il basso delle quotazioni”.

E’ ipotizzabile prevedere che il calo della produzione nazionale americana arriverà quando le raffinerie avvieranno i processi di raffinazione dopo la manutenzione stagionale, facilitando la più grande sovrabbondanza dal 1930. Solo una forte riduzione delle scorte di petrolio degli Stati Uniti porterà sollievo ad un mercato che ha visto i prezzi scendere per più di 50 dollari al barile dal giugno del 2014.
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