(Teleborsa) - Mettere la
RAI nelle migliori condizioni per “informare, educare, divertire”, per poter essere la più innovativa azienda culturale italiana, per poter riscoprire quel ruolo divulgativo che ne ha segnato il suo primo vero successo.
E' questo lo scopo della
riforma del servizio pubblico radiotelevisivo voluta dal Governo Renzi. Venerdì sera l'Esecutivo ha pubblicato il disegno di legge contenente tutte le novità sulla TV di Stato.
La principale riguarda la
disciplina di governance. Nell'articolo 2
si stabilisce che il
Consiglio di Amministrazione sarà composto da
sette membri e non più da nove. Di questi, quattro saranno di eletti da Camera e Senato con voto limitato, due saranno di nomina governativa, mentre un membro sarà designato dall'assemblea dei dipendenti RAI.
I sette membri
potranno essere revocati dall'Assemblea dopo opportuna valutazione favorevole della Commissione di vigilanza.
Il CdA, oltre ai compiti attribuiti per legge, approva il piano industriale, il piano editoriale, il preventivo di spesa annuale e gli investimenti superiori a 10 milioni di euro. Inoltre nomina il proprio
Presidente e l'
Amministratore Delegato, quest'ultimo su proposta dell'Assemblea.
L'
Amministratore Delegato non è dipendente di RAI, rimane in carica per tre anni dall'atto di nomina, salva la revoca delle deleghe in ogni momento da parte del CdA, sentita l'Assemblea, e gli è riconosciuto un compenso. In caso di revoca gli spetta un’indennità pari a tre dodicesimi del compenso annuo.
Molti i
poteri conferiti all'AD: per esempio, potrà definire criteri e modalità per il
reclutamento del personale (dopo aver sentito il CdA) e "individuare i profili professionali e gli incarichi per i quali, in relazione agli specifici compiti assegnati, può derogarsi ai suddetti criteri e modalità".
Inoltre potrà
approvare capitolati di spesa fino a 10 milioni di euro (oltre questa soglia sarà necessario il via libera del CdA).
Nel disegno di legge si preannuncia anche una
revisione della normativa sul canone entro 12 mesi.