(Teleborsa) - Continua a far parlare il
nuovo scandalo corruzione, che ha colpito il
Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, coinvolto in via accidentale nello
scandalo delle grandi opere, per il quale non è indagato, ma che ha invece colpito il super burocrate Ercole Incalza.
L'accusa per Lupi è quella di corruzione per aver
"sistemato" il figlio Luca in una posizione lavorativa di tutto rispetto e per aver accettato una serie di altri benefici, fra cui il
Rolex da oltre 10 mila euro donato al figlio in occasione della sua laurea o l'
abito sartoriale accettato dallo stesso Ministro. Come spesso accade, "l'occasione fa l'uomo ladro"...
"
Non ho mai fatto pressioni per chiedere l'assunzione di mio figlio, anche perché non ne aveva bisogno", perché Luca è
"un ingegnere da 110 e lode", ha rimarcato il Ministro alla stampa e nell
'interrogazione parlamentare, per smentire che avesse avuto bisogno di intercedere per il figlio.
Deboli e scontate le risposte fornite all'Aula, dove è stato fortemente contestato dai parlamentari di Sel e M5S, ma Lupi ha sottolineato di avere "l'appoggio del governo", dopo aver affermato: "Renzi non mi ha chiesto un gesto spontaneo" in relazione alle sue dimissioni. "Vergogna" ha però gridato ieri la gente al Ministro Lupi, in un'uscita pubblica nella sua Milano.
Le
intercettazioni in effetti smentiscono tutte le sue affermazioni e raccontano dell'ennesimo caso di favoritismo che ha
coinvolto anche il figlio di Antonio Acerbo, l'ex responsabile del Padiglione Italia all'Expo, per essersi aggiudicato una serie di super consulenze ben retribuite: una consuetudine in piedi sin dai tempi in cui era sindaco di Milano Albertini e che è stata attuata anche con la Lega delle Cooperative.
E' l'ennesima storia che umilia l'Italia, ma il senso di vergogna è ancora più grande se si considera che, altrove, in Europa, i Ministri di dimettono anche solo per aver "scopiazzato" la tesi di laurea.
E
quanti scandali per corruzione, favoritismi, dissoluzione, sperperi ci sono stati
in questi ultimi anni in Italia?
La lista è lunga e testimonia che lo scandalo "tangentopoli", avvenuto più di vent'anni or sono, non ha insegnato proprio niente e che il
sistema di favoritismi che lacera l'Italia non è mai tramontato, anche perché non sono mai state introdotte regole chiare.