(Teleborsa) - Lo
scorso luglio, pochi giorni dopo aver toccato i suoi massimi in giugno, si è avuta la
più grossa concentrazione di scommesse rialziste sul petrolio, fatte da gestori di
hedge fund o da altri
money manager. Adesso le
scommesse nette dei money manager sull’andamento dei prezzi del greggio sono
salite del 13%, in ottica rialzista, a 158.974 contratti nella settimana conclusa il 10 febbraio, il
volume più alto fin dai primi giorni della crisi di petrolio, iniziata l’8 luglio dell’anno scorso, secondo i dati comunicati da ICE Futures.
Il
cambiamento di direzione delle ultime settimane è stato guidato da una
riduzione delle posizioni ribassiste, piuttosto che da scommesse rialziste. I trader restano cauti, ma secondo Saxo Bank, potrebbe durare ancora.
I prezzi del
Brent sono saliti del 10% in quest’ultimo periodo, in scia all’idea che la crescita della produzione negli Stati Uniti rallenterà.
In risposta al crollo dei prezzi del petrolio, che restano comunque intorno alla metà rispetto ai massimi di giugno dell’anno scorso, le
società di trivellazione americane hanno
chiuso un terzo dei loro impianti nelle ultime tre settimane, come riporta
Baker Hughes, una delle più grosse società attive in questo settore.
Gli hedge fund sono riusciti a cogliere una forte performance settimanale” ha detto Ole Hansen, analista di Saxo Bank a Oslo. "Il rialzo più recente è stato guidato principalmente da ricoperture di breve, che in fondo ci dice che i fondi non sono ancora convinti che questa reazione possa costituire un’opportunità per andare al rialzo di greggio”.