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Petrolio, Goldman Sachs vede i 40 dollari

Economia
Petrolio, Goldman Sachs vede i 40 dollari
(Teleborsa) - Goldman Sachs ha detto che i prezzi del petrolio degli Stati Uniti hanno bisogno di scendere ancora, intorno ai 40 dollari al barile, entro il primo semestre di quest'anno per disincentivare gli investimenti nell’estrazione con tecnologia shale e riconsiderare un taglio alla produzione negata dall’Opec.

Per questo motivo Goldman ha tagliato le sue previsioni sui prezzi del greggio, prevedendo un aumento delle scorte entro giugno 2015.

"Il previsto eccesso dello stoccaggio e l’imponente capacità produttiva, suggeriscono che il mercato può sopportare una situazione di surplus molto più a lungo di quanto non sia accaduto in passato" hanno detto gli analisti di Goldman per voce del responsabile Jeffrey Currie.

Gli Stati Uniti stanno pompando petrolio al ritmo più alto degli ultimi tre decenni, aiutato da un boom dell’estrazione scistosa attivata nella vasta area che va dal Texas al Nord Dakota. Questo ha provocato un crollo dei prezzi di quasi il 50% e fatto indispettire l’Opec che ha rifiutato seccamente di imporre tagli alla propria produzione, nel bel mezzo di un surplus che ammonta a circa 2 milioni di barili al giorno.

"Per mantenere tutto il capitale messo da parte e limitare gli investimenti nel business dell’estrazione scistosa, crediamo che i prezzi debbano rimanere bassi più a lungo", ha scritto Goldman nel suo apporto. "Crediamo che la ricerca di un nuovo equilibrio dei prezzi la farà direttamente il mercato".

Goldman ha quindi individuato a 39 dollari l’obiettivo di prezzo del WTI, mentre il Brent è visto a circa 43 dollari al barile.
"Prevediamo che da qui ad un anno gli scambi del WTI avverranno sicuramente sotto i 65 dollari, con costi marginali di 55 dollari per ogni barile prodotto", scrive ancora Goldman nel suo studio. "Così facendo gli investimenti saranno abbastanza bassi da creare la base di riequilibrio del mercato mondiale".
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