(Teleborsa) - Il
Congresso degli Stati Uniti sta mettendo a punto delle norme che regoleranno esportazioni di petrolio per la prima volta in quasi quarant’anni. Il suo tempismo non poteva essere peggiore.
"C'è spazio nel mercato globale per 1 o forse 1,5 milioni di barili al giorno di greggio americano, se il divieto all’esportazione verrà annullato", ha detto
Adam Sieminski, numero uno di Energy Information Administration. "Sarebbe meno del 2% della domanda mondiale".
Con i prezzi in forte caduta la cifra è destinata ad essere ancora più piccola, come indicano autorevoli consulenti, tra cui Wood Mackenzie.
Come i membri del Congresso prometteranno l’abrogazione delle restrizione alle esportazioni di petrolio, il mondo ne verrà inondato.
I prezzi globali sono scesi di quasi la metà dallo scorso giugno, al livello più basso degli ultimi cinque anni, nel bel mezzo di un rallentamento della crescita economica e un aumento dell'offerta.
"Se gli USA abbandoneranno il divieto di esportazione, quanto greggio potranno esportare?", ha detto
Harold York, vice presidente per la ricerca energetica integrata a WoodMac. "Oggi, a questi prezzi, nemmeno un barile".
I prezzi globali del greggio sono scesi di quasi la metà rispetto ai livelli di giugno,
sotto i 60 dollari al barile, per la prima volta dal 2009.
I produttori dicono che il boom dello "shale oil", potrebbe incrinarsi se non possono essere raggiunti i mercati esteri, mentre le raffinerie combattono per mantenere i limiti produttivi attuali, dopo la riduzione dei costi e permesso di esportare quantità record di benzina e diesel.