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Petrolio, si profila un duro scontro tra gli USA e l’OPEC

Economia
Petrolio, si profila un duro scontro tra gli USA e l’OPEC
(Teleborsa) - I legislatori americani stanno discutendo se aumentare il quantitativo di greggio disponibile per l’esportazione. Nello stesso tempo gli acquirenti asiatici si stanno muovendo verso gli Stati Uniti.

Mitsui & Co., uno dei più grossi conglomerati economici nipponici, ha portato a 50 i dipendenti trasferiti a Houston, mentre la Cosmo Oil, altra società giapponese, ha aperto un ufficio di rappresentanza nel centro petrolifero texano. Dello stesso avviso è la sud coreana SK Innovation Co., che sta rafforzando la sua presenza nella regione.

Queste società, per il momento, si limitano ad acquistare un prodotto chiamato "condensato", petrolio ultraleggero che rappresenta circa l'8% della produzione statunitense, ma intendono posizionarsi su altre qualità di greggio se il Congresso annullerà le restrizioni all'esportazione.

Il trasferimento a Huston di grossi soggetti economici interessati al greggio americano, prefigura una sfida americana all’OPEC, sicuramente la più alta degli ultimi tre decenni, attirando già da ora i clienti tradizionali dell’Organizzazione con sede a Vienna, proprio in una fase di forte calo dei prezzi.

Membri dell'OPEC stanno rispondendo a questa potenziale minaccia offrendo gli sconti più consistenti, scatenando la speculazione e una guerra dei prezzi, in scia al rallentamento delle domanda.

"L’Asia è sempre stata dipendente dal Medio Oriente, ma ora i grossi raffinatori intravedono maggiori margini sull’importazione di petrolio degli Stati Uniti", ha detto Ehsan Ul-Haq, consulente di mercato per la britannica KBC Energy Economics. "Anche se gli Stati Uniti attualmente non esportano petrolio, ad eccezione dei condensati, qualora il Congresso deliberasse in tal senso, ci sarebbero delle grosse opportunità".

Il divieto di esportare petrolio americano fu approvato dal Congresso nel 1975, in risposta all'embargo petrolifero arabo che tagliò le forniture globali, quadruplicando i prezzi del greggio e provocando penuria di benzina raffinata negli Stati Uniti, in un momento in cui la produzione di greggio negli USA si stava riducendo.
Ora che la "Shale Oil" e la fratturazione idraulica, il "Fracking", stanno scatenando volumi record di petrolio leggero per l’estrazione scistosa, i politici americani si trovano ad affrontare una crescente pressione per facilitare l’esportazione.
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