(Teleborsa) - Sono inquietanti le informazioni che filtrano dagli ambienti dello
Stato islamico che dopo aver conquistato un’ampia zona del nord iracheno, hanno messo a ferro e fuoco il nord della Siria al confine con la Turchia.
Uno dei capi delle "bandiere nere", conosciuto con il nome di "Omar il ceceno", ha lasciato intendere che le forti turbolenze in Medio Oriente potrebbero presto riverberarsi anche nel Caucaso e il primo obiettivo sarebbe proprio la regione incuneata tra la Russia, l’Iran e la Turchia, che è un’intricata rete di tensioni che dopo tre decenni di faticoso contenimento potrebbe presto scoppiare nei punti caldi della Cecenia, della Georgia e del Nagorno-Karabakh.
Se così fosse, verrebbe sconfessato lo scenario avanzato
dagli Stati Uniti, che valuta altamente rischioso il ritorno nei paesi di origine delle frange jihadiste, per organizzare attività terroristiche.
"Omar il ceceno", al secolo
Tarkan Batirashvili, proviene da una zona che il presidente russo Putin accusa di favorire le ribellioni islamiste che in passato hanno creato problemi in Cecenia, con la strage di Beslan nel 2004.
Mentre la Russia si sta concentrando sul conflitto in Ucraina, i georgiani ricordano l'umiliazione degli scontri del 2008, quando Putin in cinque giorni eliminò i movimenti separatisti nelle province di Abkhazia e Ossezia del sud.
Il comandante ceceno è un autorevolissimo leader delle forze che lottano per il califfato islamico in Siria e in Iraq. Tra loro ci sono molte decine di giovani di Pankisi che, delusi dalla mancanza di posti di lavoro e indignati dal dominio della Russia nel Caucaso, hanno seguito la chiamata alla
jihad.
"Il recente successo delle truppe dello Stato Islamico nella regione irachena di Anbar, può essere attribuito principalmente a un comandante eccezionale sul campo e ufficiale dell’Isis,
Abu Omar al-Shishani, che ha eseguito una serie di manovre tattiche brillanti"; lo avrebbe scritto lo stesso capo islamista sotto altro nome, per il sito "War on the Rocks", che fornisce analisi e notizie sui conflitti militari.