(Teleborsa) - Alla fine, sanzioni furono.
Come ampiamente atteso (
le discussioni erano entrate nel vivo a metà luglio), l'Unione Europea ha rotto gli indugi approvando una serie di
sanzioni economiche verso la Russia,
accusata di aver fomentato la crisi ucraina, che verranno ricordate come le più severe mai applicate contro la potenza europea.
Secondo quanto annunciato da un funzionario UE ai giornalisti, Bruxelles ha deciso di
vietare alle banche statali russe di vendere azioni o obbligazioni in Europa e di
limitare l'esportazione di attrezzature per modernizzare l'industria petrolifera del Paese, elemento fondamentale dell'economia russa.
Sarà inoltre
vietata la stipula di contratti per vendere armi ma anche macchinari, tecnologie elettroniche e prodotti civili che potrebbero essere adoperati per fini bellici.
Era da tempo che gli Stati Uniti chiedevano all'UE di usare il pugno duro contro Mosca ma, come noto, la traballante economia europea, reduce da anni di crisi del debito, è molto legata a quella russa, soprattutto a livello energetico.
Queste sanzioni, seppure definite "calibrate" dagli analisti, mandano in soffitta il progetto di creare una partnership strategica tra Russia e Unione Europea. Non solo: potrebbero ritorcersi contro le aziende europee e statunitensi attive in Russia. Si stima che il giro d'affari di queste aziende sia di circa 2 mila miliardi di dollari.