(Teleborsa) - La consuetudine tutta italiana di reclutare il 15 e il 20 per cento del personale scolastico attraverso supplenze annuali, anche in presenza di posti vacanti utili alle immissioni in ruolo, lasciando centinaia di migliaia precari abilitati alla professione in perenne lista di attesa, "non può essere considerata come giustificata da ragioni obiettive". A sostenerlo l'Avvocato generale presso la Corte di giustizia dell'Unione europea,
Maciej Szpunar, che ha ammesso in modo inequivocabile l'incoerenza tra l'abuso di precariato nelle scuole italiane rispetto, in particolare, alla clausola n. 5 della Direttiva UE 1999/70 che impone agli stati membri l'adozione di misure preventive e sanzionatorie proprio per evitare la reiterazione abusiva dei contratti a termine.
L’ultima parola spetta alla Corte, che si esprimerà in autunno, ma per oltre 100mila supplenti italiani si aprono le porte dell’assunzione.
Secondo
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, "crescono le nostre speranze per un epilogo a favore di migliaia di lavoratori della scuola che hanno creduto nella tutela del sindacati. Perché in caso di esito favorevole, Italia i giudici del lavoro non potranno che darne esecuzione. E lo Stato non potrà fare altro che stabilizzare in fretta 100mila docenti e 25mila Ata che operano su posti vacanti: altrimenti riceverebbe multe salatissime, anche di miliardi di euro, da mettere in carico alla collettività".