(Teleborsa) - E se tutti i problemi del mondo fossero risolti da una delle più piccole forme di vita esistenti? Sembrerebbe un paradosso che si ingigantisce ancor più se si specifica l'obiettivo: la produzione d'energia senza inquinamento.
Ebbene, sembra proprio che un
gruppo di scienziati del CNR abbia trovato il protagonista di una simile rivoluzione: è il "Thermotoga neapolitana". Lo studio degli italiani pubblicato sull'
International Journal of Hydrogen Energy propone, quale panacea di due dei peggiori mali dell'umanità (dipendenza energetica e inquinamento), un
piccolissimo batterio che vive in ambienti estremi, come le caldissime acque sulfuree dei Campi Flegrei di Napoli.
Questo piccolo organismo ha il pregio di produrre idrogeno, il combustibile pulito per eccellenza, dalla fermentazione di composti organici secondo il cosiddetto metodo della
Capnophilic Lactic Fermentation. In pratica, se si mette una cultura di
batteri Thermotoga in un brodo di scarti alimentari di produzione agricola, questi, metabolizzando l'anidride carbonica e l'acido acetico presenti nei rifiuti, rilascia idrogeno e produce acido lattico, eliminando completamente l'anidride carbonica.
Questa metodologia ha
tre indubbi vantaggi: la produzione di energia derivante dall'idrogeno, il recupero di materia organica di scarto e la trasformazione dell'anidride carbonica senza sottoprodotti come avviene nella sintesi clorofilliana. Inoltre, in questo procedimento l'
anidride carbonica, molto inquinante, è un indispensabile
"additivo chimico" necessario per accelerare il processo di fermentazione da parte dei batteri e per ottimizzare la produzione dell'idrogeno. L'
acido lattico, inoltre, è da considerare un'ulteriore materia prima visto che in tutto il mondo se ne producono circa 1.200 tonnellate l'anno.
Al di là di tutte le problematiche che si devono affrontare per passare dalla soluzione di laboratorio all'applicazione su scala industriale, quanto scoperto degli scienziati del CNR sembra "l'uovo di Colombo" per risolvere i problemi ambientali ampiamente documentati nel
fotoracconto "Economia di un'ecocatastrofe".
Era una soluzione sotto gli occhi di tutti gli uomini di scienza, ma è merito degli italiani l'averlo dimostrato, confermando la notoria eccellenza italiana nel campo delle scienze.