(Teleborsa) - La TASI, ovvero la tassa sui servizi indivisibili dei comuni, resta al centro dei pensieri degli italiani, in attesa di capire se e quanto di pagherà entro una ventina gi giorni. Il problema è aperto, soprattutto perché si attende la
scadenza del 23 maggio, data entro la quale i comuni avrebbero dovuto approvare con una delibera la maggiorazione dell'aliquota rispetto a quella standard fissata dal governo.
Per evitare il caos, ma creandone ancora, il
Ministero dell'Economia ha deciso di far slittare a settembre il pagamento dell'acconto, rispetto alla data del
16 giugno originariamente fissata, per tutti i comuni "ritardatari". E sono tanti: ad oggi circa 1200 comuni di un totale di 8000 hanno già regolarizzato la loro posizione. Così è
scattata la corsa a colmare il vuoto, ma molti saranno i comuni che non faranno in tempo.
In questo balletto istituzionale si inseriscono le
famiglie italiane, che ancora non sanno se dovranno pagare o meno la tassa sull'abitazione principale, prima delle sospirate vacanze estive. Non è un aspetto di poco conto per uno stipendio basso, che rischia di dover pagare una imposta anche più salata della vecchia IMU, che aveva una detrazione fissa di 200 euro. Il problema è proprio per i proprietari di prima casa, perché
per l'IMU sulle seconde case e fabbricati la scadenza resta ferma al 16 giugno.
Ci pagherà subito? La lista dei Comuni che hanno già regolarizzato la posizione è stata resta pubblica dal Ministero delle finanze. Fra i comuni maggiori hanno già deliberato Aosta, Bergamo, Bologna, Brescia, Caserta, Imola, La Spezia, Livorno, Macerata, Modena, Novara, Pesaro. Restano fuori le grandi città come Roma, che slitterà a settembre, e Milano.
Quanto vale la TASI? In base alle previsioni l'importo dell'imposta sui servizi vale circa 4 miliardi, risorse necessarie per alcuni comuni, che altrimenti andrebbero in sofferenza finanziaria. In una città come Roma, si stima che potrebbe esservi una sofferenza finanziaria pari a 200-250 milioni nel periodo transitorio. Il Tesoro, però, ha garantito ai Comuni che compemserà gli ammanchi di cassa temporanei con delle anticipazioni sulle somme dovute, salvo poi rivalersi sulle eccedenze.
Intanto, fioriscono gli studi per
quantificare il peso della Tasi sul bilancio familiare. In base ai
calcoli della Uil, l'imposta sulla prima casa sarà
più salata dell'IMU in 11 città: si tratta di Ancona, Bologna, Cagliari, Cremona, Ferrara, Genova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Torino, Vicenza che hanno adottato l'addizionale dello 0,8 per mille arrivando al 3,3 per mille. Invece, Roma e Milano hanno deciso di rincarare l'aliquota solo sulla seconda casa, arrivando all'11,4 per mille. Solo Aosta mantiene l'aliquota base dell'1 per mille.