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Derby per le europee. Renzi "Governo non lascia"

Politica
Derby per le europee. Renzi "Governo non lascia"
(Teleborsa) - Si profila una sfida a due per le elezioni europee, un derby fra Beppe Grillo, reduce dal successo televisivo, e Matteo Renzi, che vede traballare la stabilità del suo esecutivo. Intanto, l'ansia da prestazione ed i toni forti usati in questi ultimi giorni stanno inasprendo l'atmosfera, anche se il Premier ha tenuto a precisare che il voto delle europee non comprometterà la posizione del governo.

Una cosa è certa, nessuno accetterà una convivenza dopo il voto, anche se Renzi ha tenuto a ribadire che "il governo va avanti", qualunque sia il risultato del voto, giacché "non c'è mai stato, in nessun Paese europeo, un nesso fra il risultato delle europee ed il governo".

Il trionfo di Beppe Grillo, però, qualche problema di legittimazione lo porrebbe, se il Movimento 5 Stelle dovesse affermarsi come primo partito in Italia. E non solo per l'ex sindaco di Firenze, ma anche per il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che è stato più volte attaccato dall'ex comico. "Andrò sotto il Quirinale", ha avvertito Grillo, che non rinuncia a protestare anche contro un Presidente che giudica "delegittimato".

Nel frattempo, Renzi cavalca l'onda del successo delle misure varate dal Governo i questi ultimi mesi e continua a ripetere come un mantra quanto fatto, contrapponendo il partito del "fare" e dei "buoni" alla fazione dei "catastrofisti" e dei "cattivi". La preoccupazione, però, è evidente.

Moto lontano, isolato e presumibilmente senza grandi speranze, corre Silvio Berlusconi, la cui voce è stata oscurata anche dalle difficoltà di presenziare ai vari eventi pre-elettorali, a causa delle restrizioni giudiziarie. La tensione in Forza Italia è palpabile e si teme un risultato molto peggiore di quanto ipotizzato.

Ma l'ex Cavaliere non rinuncia agli attacchi diretti e colpisce Beppe Grillo con un'accusa bruciante: "E' un pregiudicato, condannato per omicidio plurimo, ma non ha fatto la prigione", e ancora: "era conosciuto a tutti nel mondo dello spettacolo perché si faceva pagare in nero". La risposta del leader M5S è lapidaria: "Pover'uomo".
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