(Teleborsa) - Oggi è il giorno della verità: dopo tante discussioni in merito a possibili stimoli all'economia in Eurozona il presidente della BCE,
Mario Draghi, svelerà le proprie decisioni.
La diatriba riguarda soprattutto un eventuale
quantitative easing, in quanto molti sostengono che la Banca Centrale Europea non abbia agganciato in tempo il treno della ripresa sul quale sarebbero già salite altre potenze quali USA, Giappone e Gran Bretagna. Il tutto è poi legato al
rischio deflazione.
Proprio pochi giorni fa
Christian Noyer, membro del Comitato di politica monetaria dell'Eurotower e Governatore della Banca Centrale francese aveva dichiarato di essere "favorevole a una o due misure espansive", per esempio all'iniezione di liquidità, cosa che implicherebbe la sospensione delle operazioni di assorbimento della liquidità condotte dalla BCE.
"Penso che potremmo fare qualcosa di più, ma in sostanza abbiamo già fatto ciò che era necessario", ha poi aggiunto, ricordando le recenti misure di sostegno alla liquidità delle banche e il fatto che in questo momento di tassi di prestiti dei titoli decennali francesi e tedeschi sono inferiori a quelli degli Stati Uniti.
Passando negli Stati Uniti, proprio ieri il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha confermato che la Fed proseguirà con il cosiddetto
tapering ma di fatto non ha chiarito quando ci sarà il primo rialzo dei tassi di interesse.