(Teleborsa) - Dopo il rottamatore e
il rullo , Matteo Renzi conquista a pieno titolo un altro appellativo quello di "sfobiciatore". Il Premier va avanti a spron battuto sui tagli e forbici alla mano, nel mirino di Palazzo Chigi, alla vigilia della presentazione del DEF, finiscono una serie di enti che si sovrappongono: dalle municipalizzate alle motorizzazioni (la rete ACI), ai consorzi di bonifica, per passare poi alle soprintendenze, nel discorso sulla fiducia a Montecitorio, ai TAR, e al sistema delle autorizzazioni e delle conferenze di servizio per gli appalti pubblici.
In due sole parole, sotto tiro finiscono spese e sprechi. Al grido di "Sforbiciata-Italia", Matteo Renzi punta quei "santuari rimasti nell'ombra" ossia a quegli enti che nel tempo hanno mostrato la loro dipendenza dalla politica che Renzi intende mettere sull'ara sacrificale allo scopo di ridurre la spesa pubblica che, a dispetto degli interventi di più governi, tra il 2010 e il 2013 è rimasta ai nastri di partenza.
Dunque, le parole d'ordine sono: cancellazione, riforma e riorganizzazione. Renzi promette un intervento mai visto prima sul funzionamento della pubblica amministrazione: "interverremo su tutte le sacche di micropotere e sottopotere, santuari che finora nessuno ha mai pensato di toccare, e non risparmieremo nessuno". Una minaccia o una promessa? Il Premier non lascia molto spazio all'immaginazione.