(Teleborsa) - Riprende stamane nell'Aula della Camera l'
esame della proposta di riforma della legge elettorale, nota anche come
Italicum, nata dall'accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
Il cammino in Aula di questa discussione, iniziato ieri, potrebbe essere più lungo di quanto auspicato dal Premier, che vorrebbe chiudere entro venerdì.
Ieri i deputati si sono espressi infatti solo su 7 emendamenti dei circa 200 presentati, bocciandoli tutti e 7 (tra questi quello proposto dal Movimento 5 Stelle che chiede l'abolizione in toto dell'Italicum). Va ricordato, comunque, che dopo l'
amaro benestare di Forza Italia allo stralcio della riforma del Senato, il PD ha deciso di ritirare gli emendamenti che non rientravano nell'accordo per semplificare l'iter di approvazione.
C'è poi il
nodo delle proposte accantonate, che sono circa 30. Tra le più ostiche figurano gli emendamenti sulla
parità di genere (gli unici non ritirati dal PD), le norme
salva-Lega e quelle sulla
delega al governo per riscrivere le circoscrizioni.
Ma sono stati soprattutto i tre emendamenti sulla
parità di genere a scatenare più polemiche, oltre che le
ire delle deputate e del PD. Il problema è che se anche le onorevoli ottenessero la messa a votazione di questi emendamenti, potrebbero uscire sconfitte perché l'Aula è a maggioranza maschile.