(Teleborsa) - Quello del decreto "salva Roma" è un problema cittadino, ma bene esprime la fortissima tensione tra il governo centrale e quello degli enti locali, a tutti i livelli.
Il sindaco di Roma, lo scorso mercoledì, aveva minacciato, a seguito del
ritiro del decreto in questione, il blocco della città. Renzi lo ha duramente contestato nella forma, "le sue motivazioni sono comprensibili, i toni assolutamente no" ha detto il neo presidente del consiglio.
Renzi e Marino hanno poi avuto un colloquio telefonico piuttosto energico, che lo stesso Marino ha però definito, "sereno e puntuale nel merito". Resta il fatto che il sindaco di Roma ha espresso tutto il suo dissenso sull'azione del governo per il problema in questione, che poi ha aggiunto "il decreto non dovrebbe chiamarsi 'salva Roma', ma 'onora Roma' ".
Dopo il ritiro da parte del governo del decreto sugli enti locali, per l'ostruzionismo di M5S e Lega, che peraltro ha privato di risorse finanziarie post alluvione anche la Sardegna, Marino aveva avvertito che a Marzo sarebbero stati a rischio gli stipendi dei dipendenti e il carburante per la rete dei trasporti pubblici cittadini. "Non posso spendere soldi che non ho, come ha fatto il mio predecessore" ha detto Marino, "servono regole certe per il bilancio del 2014. Roma non è un gioco, è la capitale".